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Che cos'è l'arte nella postmodernità? Cosa ne è del bello nel passaggio dal moderno al postmoderno? Cos'è il sublime quando la sussunzione reale del lavoro al capitale e l'astrazione completa del mondo si sono compiute? Sono le domande a cui risponde Toni Negri, in una veste di scrittura inedita, con dieci lettere ad altrettanti amici (tra i quali Giorgio Agamben, Massimo Cacciari, Nanni Balestrini). Si discute dell'astratto, del lavoro collettivo, del costruire, dell'evento, del corpo, della biopolitica e del comune. Contro ogni retorica debolista, questo piccolo dizionario dell'arte ci permette di scoprire la resistenza etica nella postmodernità, l'irriducibilità poetica della cooperazione sociale produttiva, e quindi di intendere l'arte come una continua eccedenza d'essere prodotta dal lavoro liberato. Contro il cinismo spettacolare del mercato che fa dell'opera d'arte una merce tra le altre qui si afferma un'idea dell'arte radicalmente democratica. Contro la sconfitta tragica che fa dell'arte "il prodotto dell'angelo", qui si afferma che "tutti gli uomini sono angeli". Un libro che dimostra la poliedricità del pensiero di Negri, qui confrontato alle implicazioni politiche dell'estetica.